Il PEF come baricentro delle concessioni, tra rischio e rendimento
Il PEF come baricentro delle concessioni, tra rischio e rendimento
A cura di Avv. Rosalba Cori, Avv. Vincenzina Dima, Dott. Alberto Boscarato
Abstract
Sebbene la sua formalizzazione normativa sia relativamente recente, trovando una definizione compiuta nei primi modelli di project financing introdotti nell’ordinamento italiano con la legge Merloni-ter (l. n. 415/1998) e poi nel d.lgs. 163/2006, il Piano Economico Finanziario (PEF) rappresenta uno degli strumenti più emblematici dell’integrazione tra dimensione pubblicistica e tecnica economico-finanziaria del diritto dei contratti pubblici.
La sua genesi affonda le radici nella necessità di misurare la sostenibilità economico-finanziaria delle opere pubbliche affidate mediante concessione, soprattutto in regime di autofinanziamento.
La svolta concettuale avviene con l’affermazione del principio dell’equilibrio economico-finanziario come presupposto della validità e stabilità del rapporto concessorio. Il PEF, da documento tecnico, diviene così atto giuridicamente rilevante, suscettibile di modificazioni contrattuali, fino a diventare una vera e propria clausola economica dell’accordo concessorio.
Il presente contributo è volto ad illustrare la funzione del PEF nell’ambito delle concessioni in generale e della finanza di progetto a iniziativa privata, ponendo in luce alcune interessanti novità sul punto.