Lo Studio Piselli&Partners ottiene la certificazione per la Parità di Genere: una tappa fondamentale di un percorso di miglioramento continuo e di responsabilità sociale

Lo Studio Piselli&Partners ottiene la certificazione per la Parità di Genere: una tappa fondamentale di un percorso di miglioramento continuo e di responsabilità sociale

A cura di Avv. Chiara Scardaci e Avv. Sara Lepidi

In un contesto globale in cui il pieno raggiungimento della parità di genere si configura ancora come una sfida a lungo termine, l’azione concreta delle singole realtà professionali assume un valore cruciale. L’ottenimento della certificazione per la Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022) da parte di Piselli&Partners rappresenta la prova di un impegno costante e di una visione che riconosce nella diversità e nell’inclusione un motore essenziale per lo sviluppo economico, la qualità professionale e la costruzione di un futuro più equo.

Indice

Il contesto globale ed europeo

Secondo il Global Gender Gap Index 2025 del World Economic Forum, nessuna economia ha ancora eliminato completamente il divario di genere e il ritmo attuale indica che ci vorranno ancora circa 123 anni per raggiungere la parità a livello globale; è necessario quindi mettere in atto azioni concrete al più presto.

Il “Gender Snapshot 2025” del United Nations Department of Economic and Social Affairs, insieme a UN Women, sottolinea che, sebbene vi siano segnali positivi, la traiettoria è ancora insufficiente a raggiungere l’obiettivo 5 sull’uguaglianza di genere posto dall’agenda 2030 sottoscritta dai Paesi membri dell’ONU.

Tra le priorità figurano soprattutto:

  1. Trasformare i diritti formali in realtà concrete: il riconoscimento legale dell’uguaglianza non basta se non accompagnato da politiche attive — ad esempio congedi parentali equi, trasparenza nelle retribuzioni, rappresentanza nei ruoli apicali.
  2. Rimuovere barriere strutturali e culturali: stereotipi di genere, norme sociali radicate, e carichi di famiglia non equamente distribuiti, continuano a limitare le opportunità delle donne. In tal senso, la recente roadmap dell’European Commission per i diritti delle donne punta su lavoro, istruzione, violenza di genere, partecipazione politica.
  3. Generare benefici economici e sociali: l’uguaglianza di genere non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche di sviluppo: secondo il rapporto ONU, un investimento mirato nell’uguaglianza di genere può ridurre notevolmente la povertà femminile e incrementare il PIL globale.
  4. Garantire sostenibilità e resilienza: le donne sono spesso maggiormente esposte agli impatti delle crisi economiche, climatiche e sociali. Le misure di sostegno (protezione sociale, accesso a risorse, partecipazione decisionale) sono cruciali per assicurare che nessuno rimanga indietro.

 

Gli obiettivi dell’UE

L’Articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce chiaramente che: “La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compresi l’occupazione, il lavoro e la retribuzione”. La parità di genere rappresenta, dunque, una priorità politica e un pilastro fondamentale dell’Europa sociale.

Il Parlamento europeo si impegna da anni nella difesa dei diritti delle donne in tutta l’Unione europea, emanando provvedimenti volti a:

Come ha recentemente ricordato la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, “quando le donne hanno successo, creano crescita, trasformano le comunità e ispirano le nuove generazioni.” Un messaggio che sottolinea come la parità non sia solo una questione di giustizia, ma anche un elemento chiave per lo sviluppo collettivo.

La scorsa settimana si è svolta la Gender Equality Week 2025 del Parlamento Europeo (3-9 novembre 2025), un appuntamento annuale che dal 2020 è volto a valutare i progressi compiuti, celebrare i risultati raggiunti e individuare nuove strade per l’empowerment femminile. Quest’anno, il focus è stato sui talenti femminili, con eventi, incontri e riflessioni sul valore della parità di genere come motore di crescita economica e di progresso sociale; l’obiettivo è quello garantire pari opportunità e creare le condizioni affinché ogni donna possa esprimere appieno le proprie potenzialità, attraverso l’istruzione, la formazione e il lavoro. Per citare le parole della Presidente della Commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere, Lina Gálvez, “il talento è distribuito in modo equo, ma le opportunità non lo sono. Dobbiamo cambiare questo. Il momento della parità è adesso.”

Intervenendo all’evento “It’s Time to Turn Things Around“, tenutosi proprio nell’ambito della settimana europea sulla parità di genere, Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, ha sottolineato “(…) l’uguaglianza e le pari opportunità sono al centro dell’attività della Commissione”. La Commissaria ha poi proseguito evidenziando l’impegno dell’Europa sul fronte della gender equality, tramite investimenti che riguardano anche formazione digitale e intelligenza artificiale; su questi temi, il 13 e 14 novembre si è svolto il Women in Digital Summit, nel corso del quale è stato presentato l’indice annuale “Donne nel digitale“, con una riflessione sullo stato dell’istruzione superiore in materia di ICT, miglioramento delle competenze digitali e genere.

 

L’importanza della gender equality nel contesto aziendale e professionale

Come evidenziato in apertura, la strada per il raggiungimento di una piena parità fra uomini e donne è ancora molto lunga. Il rapporto Grant Thornton International “Women in Business 2025” stima che, se si prosegue al ritmo attuale, la parità nei ruoli senior nel settore delle medie imprese sarà raggiunta solo intorno al 2051.

Gli ambienti professionali restano spesso caratterizzati da barriere culturali, stereotipi di genere, dinamiche informali che penalizzano le donne e da minore accesso delle stesse a ruoli strategici.

Negli studi legali in particolare, la presenza femminile nei ruoli di equity partner, nei consigli di amministrazione o nei comitati strategici rimane largamente sotto-rappresentata: questo comporta un doppio costo — per la singola professionista e per l’organizzazione che perde punti di vista e diversità nella governance.

Ma nel 2025, rinviare la parità di genere non vuol dire solo minare le prospettive di progresso sociale: significa rinunciare a un importante vantaggio competitivo.

Un report di McKinsey del 2015 evidenziava un dato sorprendente: colmare il divario di genere avrebbe potuto aggiungere 12 trilioni di dollari al PIL globale entro il 2025, e in uno scenario di piena parità nel mercato del lavoro, il contributo sarebbe salito a 28 trilioni di dollari.

Per una singola azienda o studio legale, ciò si traduce nel potenziale di maggiore innovazione, migliore qualità delle decisioni, incremento della reputazione e attrattività verso clienti e talenti. Inoltre, in un’epoca in cui gli investitori e gli stakeholder danno sempre più peso ai criteri ESG, la parità di genere non è più un’opzione ma una condizione.

Le organizzazioni che adottano politiche concrete di diversità di genere e le traducono in pratica operativa ottengono migliori performance, creano culture più resilienti, attraggono talenti e clienti e si preparano a un contesto normativo sempre più esigente. Per uno studio legale, in particolare, un impegno autentico verso la parità significa valorizzare ogni risorsa, rompere schemi consolidati e costruire un modello professionale che rispecchia la società contemporanea.

 

L’impegno di Piselli&Partners per la parità di genere

Piselli&Partners si riconosce come un’organizzazione fortemente impegnata nella promozione dei principi di pari opportunità, rispetto e inclusione di genere, ponendo al centro del proprio operato la valorizzazione delle Persone in ogni fase del loro percorso professionale e di crescita. Da sempre, lo Studio garantisce l’assenza di qualsiasi forma di discriminazione o disparità, fondata sul genere o su altre caratteristiche individuali, riconoscendo a ciascuno pari dignità e opportunità di sviluppo.

In coerenza con i propri valori di responsabilità sociale, lo Studio ha conseguito la certificazione per la Parità di Genere secondo la prassi UNI/PdR 125:2022, adottando un Sistema di Gestione conforme ai requisiti previsti. Tale risultato testimonia l’impegno concreto a promuovere un ambiente di lavoro equo, inclusivo e rispettoso delle differenze, nel quale ogni professionista possa esprimere pienamente il proprio potenziale, contribuendo alla crescita collettiva e alla creazione di valore per l’intera comunità di stakeholder.

Per Piselli&Partners, la parità di genere non rappresenta soltanto un obiettivo etico e sociale, ma costituisce un fattore strategico di competitività e un motore di miglioramento continuo nella qualità dei servizi offerti. La valorizzazione delle differenze di genere arricchisce infatti il capitale umano, stimola la pluralità di visioni e favorisce la costruzione di un ambiente di lavoro più collaborativo, innovativo e sostenibile.

Proprio in questa direzione, lo Studio si impegna a prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione, diretta o indiretta, e a promuovere una cultura inclusiva che garantisca pari opportunità di accesso, crescita e riconoscimento professionale, indipendentemente dal genere. Questo approccio riflette una visione responsabile e sostenibile del lavoro, fondata sul rispetto della persona e sulla valorizzazione delle diversità come pilastri fondamentali della propria missione.

L’impegno concreto dello Studio è quello per una promozione attiva delle pari opportunità e l’empowerment femminile, attraverso il dialogo, la collaborazione e il rispetto reciproco; l’obiettivo è costruire un contesto professionale stimolante, libero da comportamenti discriminatori, ispirato ai principi di correttezza, libertà e dignità. La diversità viene considerata una risorsa preziosa da tutelare e valorizzare, non solo all’interno dell’organizzazione, ma anche nei rapporti con clienti, fornitori, collaboratori esterni e partner professionali, contribuendo così a diffondere una cultura dell’inclusione autentica e condivisa.

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